Il successo di pubblico del precedente anno costrinse la società a dovere cercare un impianto più capiente, in quanto il mitico Dopolavoro non poteva contenere il numero sempre più crescente di persone che desideravano vedere le partite dei Warriors; fu così che il Comune di Bologna, considerata la richiesta e valutato anche il fatto che le squadre che avrebbero partecipato al campionato erano diventate due, diede a disposizione il campo della Lunetta Gamberini, che sarebbe diventato il campo del football americano per eccellenza a Bologna.
Il III° campionato vedeva al via 18 squadre; nel girone dei Warriors figuravano Grizzlies Roma, Falchi Modena, Aquile Ferrara e le novità Angels Pesaro e Doves Bologna. Riconfermato anche per quell'anno lo staff americano con Greiger e Volpini come allenatori ed Inzinna e O'Brien come giocatori, l'inizio non fu però dei migliori, in quanto l'esordio casalingo vide la squadra pareggiare con la matricola Angels e perdere di misura con i Grizzlies a Roma. Il prosieguo del campionato mostrò che la qualità di gioco e la tecnica delle squadre si erano ben presto livellate e che il risultato di ogni partita non era assolutamente scontato, soprattutto nel girone dei Warriors; la stagione regolare si concluse con il secondo posto dietro ai sorprendenti Angels di Pesaro e con l'accesso ai playoff, ma in casa della squadra forse più temuta e rispettata di tutto il campionato, i Frogs di Busto Arsizio.
I playoff del 1983 avrebbero però decretato il successo sempre più crescente della squadra bolognese; supportati da tre pullman di tifosi partiti a seguito della squadra, i Warriors vinsero nettamente il quarto di finale battendo i nero-argento per 28-6 e, successivamente, trionfarono nella semifinale contro i Rams Milano con il risultato di 27-6 davanti ad oltre 5000 spettatori esultanti.
Al secondo anno di attività i Warriors avevano la possibilità di giocare la loro prima finale per il titolo italiano al Palasport di Genova contro i Rhinos Milano, i quali vinsero di stretta misura la semifinale sugli Angels di Pesaro, confermando con la loro prestazione quanto selettivo e qualitativo fosse stato il gioco espresso dalle squadre di quel girone durante la stagione.
Il giorno 9 luglio 1983 davanti a 12000 spettatori il Superbowl sfugge però ai Warriors all'ultimo minuto, dopo essere stati a lungo in vantaggio contro i titolati Rhinos; l'esperienza delle due precedenti finali giocate e vinte dai milanesi ebbe la meglio sull'entusiasmo e sulla voglia di sorprendere dei bolognesi. Va senza dubbio ricordato l'affettuoso incoraggiamento dei quasi 5000 tifosi che, a dispetto del caldo soffocante e della inadeguata struttura messa a disposizione per l'evento, vollero essere vicini alla squadra raggiungendo il capoluogo ligure chi con il treno, chi con gli otto pullman messi a loro disposizione da parte della squadra.
La stagione appena conclusa porta alla ribalta nella squadra dei Warriors un ulteriore personaggio di spicco entrato a fare parte della storia del football americano a Bologna, Giorgio Longhi. Cresciuto con il ruolo di running back già nel 1981, fermato per un infortunio nel 1982, dal 1983 Giorgio diventerà negli anni a seguire il giocatore con il maggior numero di touchdown realizzati nei Warriors durante la loro storia; la sua preparazione atletica e la sua passione per il football lo porteranno a diventare commissario tecnico della Nazionale Italiana ed a conseguire una serie di riconoscimenti sportivi che nessun altro giocatore italiano di quei tempi ha conseguito.
Un altro dato rilevante è quello del pubblico in regular season, con 3000 spettatori a partita e punte di oltre 5000 nei derby disputati e vinti con i Doves (28-10 in trasferta e 34-20 in casa) e nella semifinale con i Rams.
Nel mese di Settembre i Warriors partecipano al loro secondo Torneo Basi Nato, manifestazione affrontata più per incrementare l'esperienza sul campo che per ottenere un effettivo risultato.