A Bologna l' interesse sportivo per il calcio era ritornato attorno alla locale squadra che dopo diversi anni di purgatorio fra le serie B e C, si era ripresentata in serie A; inoltre le due squadre di pallacanestro Virtus e Fortitudo stavano preparando le basi per quella che sarebbe stata l' epopea di Basket City.
Il football americano stava pagando una prevedibile crisi di identità dopo i fasti dei primi anni ottanta, ma, seppure notevolmente calato, il pubblico più affezionato non mancava alle partite alla Lunetta Gamberini: i Warriors, in vista di un nuovo anno agonistico, decisero di abbandonare la scelta tecnica del quaterback americano per ritornare a quella già collaudata ma pur sempre valida del running back straniero facendo arrivare dai college Usa Chris Thomas. Inoltre alla guida della squadra come capo allenatore, fu scelto Jerry Douglas, che, oltre ad avere guidato la sorprendente squadra degli Angels di Pesaro da l983 fino al 1987, ebbe la soddisfazione di vincere come tecnico della Nazionale Italiana, gli Europei di Helsinki del 1987.
La stagione fu contrassegnata da un rendimento alterno, grandi vittorie e battute d'arresto si susseguono per tutta la regular season; l'organico è valido, ma manca quella necessaria compattezza di squadra per potere lavorare in tranquillità e nella massima concentrazione. L'obbiettivo minimo dei playoffs viene raggiunto, ma di fronte ci sono ancora i Frogs, già da due anni artefici della fine dei campionati dei Warriors. Se durante la regular season fu la squadra bolognese a spuntarla di misura a Legnano, nei quarti di finale i campioni d'Italia uscenti costruirono la strada al loro quarto titolo, lasciando al palo i guerrieri per la terza volta.
Alla fine del campionato, purtroppo, la già citata crisi del settore colpì anche i Warriors; mancanza di ricambi alla stessa altezza dei titolari, problemi nella ricerca di uno sponsor entusiasta che potesse sostenere l'impegno finanziario considerevole e, soprattutto, la mancanza di quell'entusiasmo sportivo fra atleti,dirigenti e spettatori che aveva portato il football americano agli onori della cronaca nei primi anni ottanta.
Per potere affrontare questo problema, alla fine del 1989 le due squadre Warriors e Doves decisero di unire le proprie forze dando origine alla nuova società B.A.F (Bologna American Football), la quale nel 1991 cambiò ulteriormente nome, diventando Rebels Bologna.
Sfortunatamente, le cose non furono più le stesse; la fusione che aveva generato tanto rumore nell'ambiente dello sport bolognese, invece di riportare il pubblico alla Lunetta Gamberini, lo allontanò, sopratutto a causa del malumore fra gli appassionati i quali, non avendo più la propria squadra per cui tifare, persero l'interesse nei confronti del football americano. Solamente alcuni irriducibili hanno continuato a seguire questo sport, frequentando le tribune dello stadio Kennedy di San Lazzaro di Savena per seguire le partite interne dei Phoenix.. La franchigia Warriors ricomparve nel 1992 per altri due anni, ma, pur apprezzando lo sforzo fatto da chi volle ricreare la squadra, i risultati non ottennero la stessa attenzione ed consenso della precedente esperienza.