Data | Testata | Titolo dell'articolo |
Febbraio1984 | Touchdown | Effer Alfheim WARRIORS BOLOGNA |
Marzo-Aprile 1984 | Touchdown | A UN MINUTO DALLA FINE... |
Maggio-Giugno1984 | Touchdown | Più grinta in difesa |
25/03/1984 | Il Resto del Carlino | Doves - Warriors 6-28 |
16/04/1984 | Il Resto del Carlino | Roma in tilt |
07/05/1984 |
Il Resto del Carlino
|
Una fantastica corsa in touch down |
12/05/1984 |
Il Resto del Carlino
|
Football, ruggito emiliano |
11/06/1984 | Il Resto del Carlino | Warriors e Doves in semifinale |
24/06/1984 | Il Resto del Carlino | Guerrieri al Superbowl per la seconda volta |
1/07/1984 |
Football
|
Dai Giardini Margherita alle supersfide di oggi |
7/07/1984 |
Il Resto del Carlino
|
Superbowl stasera a Rimini 20.000 per Warriors-Frogs |
7/07/1984 |
Il Resto del Carlino
|
Superbowl, la febbre del sabato sera |
7/07/1984 | Il Resto del Carlino | Nel football americano Warriors per lo scudetto |
7/07/1984 | Il Resto del Carlino | Effer Warriors a Rimini come a Genova |
9/07/1984 | Il Resto del Carlino | Fatali per i Warriors.i primi cinque minuti |
Novembre-Dicembre 1984 | Touchdown |
|
Nel maggio del 1980 a Bologna alcuni appassionati danno vita ad una squadra di football americano. In quel momento nessuno può prevedere che in pochissimi anni questa arrivi ai vertici del campionato italiano. Nel 1981 viene costituito ufficialmente una società grazie al contributo di uno sponsor, la ditta Effer, azienda leader nel settore delle gru oleodinamiche. Nascono così ufficialmente gli Alfeihm Warriors e arrivano i due allenatori: Roger Greiger e Al Volpini. Sotto la loro guida la squadra ottiene un promettente successo alla prima uscita ufficiale contro i Redskins di Verona; un 12 a O che fa ben sperare per l'immediato futuro. A pochi mesi di distanza, infatti, inizia 11 campionato e subito gli Warriors si mettono in luce mancando di poco la qualificazione ai playoffs. 11 resto è storia recente. Il 1983 è infatti il loro anno migliore poichè arrivano al Superbowi disputando una finale che resterà negli annali del nostro sport. "Abbiamo avuto paura di vincere" dice il presidente Attilio Lodi, gli stessi Rhinos hanno ammesso di essere stati impegnati a fondo da una squadra che sino a pochissimi minuti dal termine sembrava potesse portare lo scudetto a Bologna. Per quest'anno l'obiettivo è di disputare la finale vincendola. "Cominceremo con vincere il girone" afferma Attilio Lodi, "poi vinceremo anche la finale". "Questa volta non scherziamo" assicura l'allenatore Roger Graiger. "Abbiamo lavorato con l'intento di fare un unico blocco lasciando da parte l'individualismo". Il torneo Basi Nato ha permesso all'allenatore di provare i giocatori ancora inediti che potrebbero però mettersi in luce proprio da quest'anno. Accanto ai nuovi scenderanno in campo anche nomi già conosciuti e i grandi protagonisti della scorsa stagione. Primi fra tutti i nazionali Giorgio Longhi, 7 touchdowns e 5 extra point al suo attivo nello scorso campionato, e il temutissimo Alfredo "Gastineau" Ferrandino, defensive end tra i più efficaci e decisi nel panorama italiano. Inoltre non si deve dimenticare l'americano Joe Inzinna i cui 15 touchdowns e 15 extra point aprirono le porte della finale. Quest'anno Il girone non propone avversari impossibili anche se èbene non sottovalutare mai le squadre contro le quali si gioca. "I Grizzlies fisicamente sono a posto" dice Roger Graiger. "I Panthers non credo siano forti, i Doves sono capaci di grosse sorprese e i Condors Grosseto sono cresciuti d'esperienza". Il calendario però non è stato certo clemente poichè già alla prima uscita gli Warriors dovranno scontrarsi con la matricola Condors che darà sicuramente battaglia, e nelle ultime due giornate con Gladiatori e Grizzlies, anch'essi avversari molto scomodi. Vincere il girone sarebbe mettere un'ipoteca sul titolo.
Quando nel settembre 1981, presi in mano le sorti della difesa EFFER Warriors, più per gioco che per altro, non avrei mai creduto di dover descrivere un'episodio che, a ripensarci bene definirei oltremodo fastidioso, per me e per la squadra. Mi riesce abbastanza difficile esprimermi, trattandosi di sensazioni e non di argomenti tecnici, che forse mi risulterebbero di più facile trattazione, però credo sia giusto analizzare tutto ciò che può comportare la sconfitta in un Superbowl... a un minuto dalla fine. Il 9 luglio 1983, al Palasport di Genova, noi fummo campioni d'Italia per tutta la partita, tranne che per gli ultimi due sfuggenti e importantissimi minuti. L'andamento altalenante di questo sport, fa si che sovente si rischi il risultato a pochi secondi dal termine, ma non penseresti mai di essere alla guida della squadra che ne viene coinvolta. Già in campionato, comunque, si erano verificati simili eventi; pure a noi capitò di perdere due partite, ormai vinte, proprio negli ultimi minuti ma in una finale non si può fallire perchè a disposizione c'è un'unica possibilità. Ma ritorniamo a Genova. Sebbene durante il campionato mi fossi spesso vestito, non ero mai entrato in campo, ma nelle ultime partite, a causa di certi cambiamenti tattici e di alcuni infortuni, decisi di giocare al fianco dei miei ragazzi. Il risultato di questa mia scelta fu molto positivo, tanto che gli stessi giocatori mi dissero di sentirsi maggiormente sicuri con l'allenatore al loro fianco. Se ciò era positivo, vi erano anche degli svantaggi. La stanchezza fisica e la concentrazione sulle mie responsabilità di middle linebacker, mi facevano perdere un po' la visione complessiva del gioco; comunque fino a quando l'attacco girava ai livelli dei play-offs (55 punti in due partite) non c'era squadra che ci potesse infastidire. Decisi così che sarei sceso in campo anche per il Superbowl, la partita in cui, chi sbaglia perde più che in ogni altra. Essere presente sulla linea di scrimmage, in mezzo alla battaglia, mi avrebbe di sicuro tolto la completa visuale del gioco; non avrei potuto verificare le reazioni dei diversi reparti, e dovevo contare sui brevi attimi dell'huddle. Lo svolgimento del primo tempo mi diede ragione: la difesa bloccava efficacemente i nostri antagonisti, e l'attacco, esaltato dalla nostra grande prova, macinava terreno fino a giungere a metà partita sul 14 a O. Eravamo quasi convinti di avercela fatta, tuttavia non mollò nessuno per eccesso di sicurezza, più che altro fummo traditi da qualcosa che andava al di là delle nostre possibilità di controllarlo. Dopo gli infortuni del campionato, che mi aveva ridotti considerevolmente il backfield difensivo, ve ne fu uno che colpì proprio all'inizio del Superbowl il nostro più esperto safety, costringendomi a rimaneggiare tutta la difesa arretrata. Il caldo che c'era al Palazzo dello Sport, e tutto quel pubblico, aveva creato una condensa notevole, che rendeva viscido il fondo di moquette. Probabilmente furono questi i fatti che costituirono la chiave di volta partita; i nostri avversari, meno sprovveduti e più smaliziati, conoscendo meglio di noi quel terreno, si erano premuniti di calzature adatte al sintetico che davano loro maggior aderenza, soprattutto in fase di spinta. La nostra squadra viceversa, soprattutto nei reparti di linea che hanno il compito di frenare il primo impatto, non riusciva a sviluppare e a sfruttare a pieno la sua potenza avendo ai piedi delle normali scarpe da tennis. Prova ne fu il fatto che nel giro di 10 minuti fummo quasi raggiunti, rimanendo in testa per 13 a 14. A questo punto subentrò in noi la rabbia per tutte queste circostanze a noi sfavorevoli (beninteso che i Rhinos non stavano a guardare). Un po' di nervosismo cominciava ad insinuarsi in noi. Penso di non essere mai stato sottoposto ad una tensione nervosa così grande; sentivamo su di noi il peso di essere i primi a sovrastare, sia pure in quelle condizioni, i Rinoceronti tanto cari al Presidente Colombo. Temevamo, quando loro presero il possesso della palla dopo un nostro punt, a 1 minuto e 58 secondi dalla fine, che si volessero avvicinare per tentare il field goal, ma un lancio corto dette loro il primo down. Subito dopo un lancio disperato, tipico di chi non ha più nulla da perdere, e che inspiegabilmente riuscì, fece realizzare loro i sei punti che ci condannarono. Voglio aggiungere una mia convinzione; abbiamo più perso noi che vinto loro, ma non cambia niente; onore al merito quindi, e se è vero che si impara dalle esperienze passate...
Alberto Volpini
I Warriors di questo anno sono una formazione sicuramente più completa rispetto alla scorsa stagione. Abbiamo per esempio trovato una nuova dimensione, nel "passing game" e ciò ha contribuito a rendere più efficace e incisivo il nostro settore d'attacco, da sempre "votato" più alla corsa che al passaggio. Il vero progresso però lo abbiamo registrato in difesa. L'anno scorso gli arbitri americani l'avevano ribattezzata "la difesa del bravi ragazzi" perchè un po' per certe ingenuità e un po' perchè mancavamo della grinta necessaria non sempre riuscivamo ad esprimere al meglio Il nostro potenziale. Ora invece la situazione è completamente diversa anche per l'arrivo di Winston, il nostro nose guard americano che ormai è un tutt'uno con l'intero reparto arretrato. Con il miglioramento della nostra tecnica e una maggiore determinazione è lievitata anche la fiducia della squadra nei propri mezzi accentuata anche dal desiderio di rivincita che ci anima dopo la sconfitta nel Superbowl 1983. L'anno scorso arrivammo in finale con i "nervi" dato che Frogs e Rams ci erano superiori per tecnica ed esperienza. Quest'anno invece giochiamo alla pari con tutti e... vinca il migliore!
Giorgio Longhi
(running back)
Effer Warriors Bologna
La settimana di fuoco del football americano bolognese vive, nella giornata di sabato 24 marzo, il suo culmine. Ottomila spettatori assistono con trepidazione allo scontro tra Doves e Warriors, il grande derby all'ombra delle due torri. Dopo il primo quarto di gioco la situazione è ancora incerta, nonostante i guerrieri si trovino in vantaggio per 8-6. Poi i Doves cedono e la loro difesa viene ripetutamente trafitta dagli scatenati attaccanti dei Warriors. 28-6 è il risultato finale che premia i vice-campioni d'Italia, protagonisti di una prova ad altissimo livello. Sotto la guida di Poggipollini, Longhi, lnzinna e Mandreoli, l'attacco ha divorato yards su yards, mentre la difesa, con in testa gli indistruttibili Winston e Ferrandino, ha fatto muro alle azioni dei Doves. Da sottolineare anche le prestazioni di Terracina, Tugnoli e Pedrini. Tra i Doves, molto bravo Catanzaro.
L'ascesa di Effer Warriors e Stiassi Doves, le due squadre bolognesi di football americano proiettate verso i play - offs del campionato Aifa prosegue senza interruzioni. Ne hanno fatto le spese, in questo week-end, le squadre di Roma, American Service Bank Grizzlies e Gladiatori. Se la vittoria degli Stiassi non era neppure da mettere in discussione contro una formazione, quella romana, alle prese con problemi di organico (solo 26 i giocatori venuti a Bologna) di bilancio (i Gladiatori non hanno sponsor) e di campo (la squadra è costretta a vagare per i comuni della provincia di Roma, dove il richiamo è limitato e gli incassi sono magri), gli Effer hanno letteralmente stravinto anche sugli orsetti capitolini di Nicola Pietrangeli dando corpo ad una vittoria che - sulla carta - non ci si attendeva così ampia.
A Roma, all' Acquacetosa, duemila spettatori ed una buona e chiassosa comitiva bolognese si sono dati appuntamento per seguire lo scontro tra Gruzzlies e Warriors. Diciamo subito che l'attacco romano si è smarrito nel duello con la grande difesa biancoblù e la difesa capitolina non è riuscita a contenere il team guidato in attacco da Fabio Castelvetri che ha chiuuso con un perentorio 40 a 7 a favore, nonostante l'assenza di Joe Inzinna, colpito da tonsillite, ed il "mezzo-servizio" di Winston, Rossetti, Longhi (autore quest'ultimo di due td). Non c'è mai stata storia (i parziali lo dicono chiaramente: 14 a 0; 6 a ; 0 a 0 e 20 a 7 per i Warriors), l'attacco locale non è riuscito ad imporre mai il suo gioco a terra e quando si è rivolto ai lanci ha trovato pronti all'intercetto un grande Pasini (2 interventi e un touch down di 41 yds.) ed il solito Tony Rossetti
Condotti da Castelvetri, i receivers guerrieri hanno violato la linea di goal per due volte (con il "bomber" Pedrini ed il giovane Marzot), mentre i mediani, oltre a Longhi sono stati Mandreoli (ottima partita, dedita al sacrificio dei bloccaggi) e Paolo Fantazzini (migliore runner con 39 yds per 6 portate) ad assaporare la gioia degli scorer. Fontana ha trasformato, da par suo, due extra - point, mentre per i romani l'unico touch - down porta la firma di Mobley, gigante d'ebano, autore di un felice intercetto sull'unico lancio di Poggipollini (con i Warriors già in smobilitazione). La Pasqua coinciderà ora con una pausa, prima del rush decisivo che, ci auguriamo di concretizzi con il traguardo play - offs
Diego Costa
Una fantastica corsa in touch down
Football, Giorgio Longhi affonda le speranze di successo dei Doves
I Warriors hanno vinto sfruttando la varietà di schemi e la maggiore esperienza
Un derby coi fiocchi. Le circostanze ambientali sfavorevoli (pioggia, fango e scarsa illuminazione) hanno finito per esaltare la nuova dimensione tecnica delle due formazioni bolognesi di football americano, cui, in tutta obbiettività, va un plauso comune.
Ed alla fine i 6000 e passa spettatori, che hanno sfidato le intemperie per salutare le gesta della stracittadina tra Effer Warriors e Stiassi Doves, hanno tributato ai loro eroi, coperti di fango, un lungo meritato applauso. Hanno vinto gli implacabili guerrieri, pronti a fare valere la loro maggiore esperienza e la loro superiore varietà di schemi e soluzioni.
Ma mai, come in questa edizione, gli Stiassi Doves sono stati vicini al colpaccio.
E' finita 14 a 6 per i vice - campioni d'Italia questa "Strabologna" che, quasi emblematicamente, ha segnato a referto i giocatori italiani. Ai Doves non è stato sufficiente il cuore del "piccolo grande" Jerry Ghirardo, nei Warriors il dominatore delle corse nei più stretti corridoi, Jor Inzinna, è stato uno dei tanti. Il quarto derby sarà infatti ricordato per l'iniziale prodezza di Mengoli, mediano biancorosso, per la replica di Mandreoli, ma soprattutto per la memorabile corsa di Giorgio Loghi, che ha affondato i sogni di gloria delle Colombe (54 yds in rabbiosa progressione sino al td) e per gli intercetti di Piero Pasini, "formato Lester Hayes" (per i neofiti si tratta del difensore dei L.A. Raiders, dominatore assoluto del backfield tra i professionisti).
La contesa si era aperta con il dive vincete di Mengoli, sintomo della grande sete di vittoria dei Doves. La reazione guerriera stentava a concretizzarsi, contenuta dalla difesa biancorossa. Culminava in uno splendido reverse di Parlangeli, annullato da uno "yellow flag" arbitrale; ma all'inizio del II, Mandreoli, in crescita costante quest'anno, siglava il touch
Nel III periodo era ancora il "sergente" n. 32 a ergersi a protagonista, suggellando la sua prova con una corsa da campione: riceveva un band - off dal bravo Castelvetri ed era protagonista di un'imperiosa volata sulla destra, partendo dalle 46 difensive, che si concretizzava, dopo un magistrale scarto al centro e la divina copertura dei compagni, nel 14 a 6 che affossava la generosa reazione biancorossa.
E' infine doverosa un'ultima citazione nei confronti di un protagonista oscuro: si tratta di Giampaolo Squarzoni che ha sostituito, pulito ed asciugato, azione su azione, i palloni infangati.
Diego Costa
Aquile Ferrara, Falchi Modena e Stiassi Bologna a caccia di successi. Fra Warriors e Panthers derby regionale a Parma
Dopo il turno che potrebbe aver segnato la clamorosa eliminazione dal giro dei play-off dei Maxicono Rhinos, campioni d'Italia da sempre, il football americano "made in Italy", giunto alla terza di ritorno, si appresta a vivere un'altra giornata cruciale. Solo un palo di incontri, sui dodici in programma in questo week- end, non interessano, se non marginalmente, le diverse classifiche. Così, nel girone nord, i Frogs di Busto Arsizio potrebbero definitivamente sancire l'uscita di scena dei Rinoceronti, mentre i Seamen di Armani potrebbero suggellare la loro felicissima stagione contro i Jets. Nel gruppo ovest mentre Rams e Giaguari si contendono la leadership del girone, Mastini e Riders giocano le loro residue chances di salvezza ad Ivrea.
E veniamo ai gironi che riguardano le squadre emiliane. Nel versante est, le Aquile Leasing guidano con autorità il girone, ma si trovano di fronte uno scoglio da non sottovalutare. Contro gli estensi, infatti, ci saranno i Mash Redskins Verona, delusi dalle ultime partite, ed oramai in grado di spendere le ultime cartucce per sperare ancora nelle finali.
I veneti dunque cercheranno di evitare l'ennesimo passo falso contro i "rapaci" emiliani che, tanto chiacchierati per la presenza in squadra di sei giocatori di scuola americana (i tre Usa regolari Fields, Benoit e Crowell; due italo- americani naturalizzati, Louis Cioci e Steve Cavallino, e un oriundo canadese, italiano anche lui a tutti gli effetti, Visentin), stanno tuttavia menando a loro piacimento la danza in questo gruppo.
Anche per i Falchi Cavalieri di Modena il calendario prevede una trasferta da non sottovalutare: i ragazzi di Martinelli, a corto di entusiasmo, ma non ancora del tutto tagliati fuori, si recano infatti a Trieste contro i coriacei Muli, già protagonisti di alcune sorprese.
La squadra modenese deve innanzitutto superare un momento di nervosismo interno, che è stato provocato dalle ultime non positive prestazioni e ritrovare l'armonia di inizio torneo per continuare a sperare nei propri risultati positivi e nei passi falsi altrui.
Non ha problemi Pesaro contro i Virgilio Mantova. Nel centro-sud, un'altra grande città potrebbe anzitempo salutare l'accesso ai play - offs. Dopo Milano, che ha sancito il passaggio di consegne tra Rhinos e Seamen, scocca l'ora di Roma.
I Grizzlies capitolini, tornati inaspettatamente in gara dopo il mezzo passo falso dei Doves contro Parma (20-20), giungono a Bologna per giocarsi, contro il team Stiassi, quattro quarti che valgono un campionato. Il pronostico dice Doves, già protagonisti di un derby giocato alla pari con i più titolati cugini dei Warriors, dominatori del girone, Ecco il programma delle squadre emiliane: girone est: Trieste (oggi ore 21) Muli - Falchi Cavalieri; Verona (domani ore 15) Redskins - Aquile Leasing; girone centro sud, a Parma oggi ore 16: Bomber Panthers - Effer Warriors; oggi ore 21, Bologna: Stiassi Doves - Grizzlies.
Diego Costa
La partenza dei guerrieri è stata degna di un grande team. Diretti da un Piero Petroni ineccepibile, i Warriors hanno dapprima trovato le corse di Massimo Mandreoli (una furia nelle corse centrali, grazie all'abilità della linea). Una finta di field goal con successivo lancio per il liberissimo Fantazzini è Il preludio per il td. Dalle 17, Petroni pesca sulla sinistra Mingarelli ed è il 6 a 0. Pesaro si affida ai lanci di Dragomanni e Williams, non riuscendo a correre. Su uno di questi, "Gastineau" Ferrandino intercetta.
E' il momento migliore per i bolognesi che, nel Il quarto, trovano ancora concretezza e spettacolarità con Parlangeli, fermato a 2 yard dalla linea di goal, e, poco dopo, con Longhi che, sfruttando una finta di Mandreoli (tanto abile da trarre in inganno tutti, speakers e cronisti compresi), porta il punteggio sul 12 a 0. E' poi la volta dl Mingarelli a centrare la conversione per il 14 a 0. Prima della fine del tempo si infortuna Petroni (colpo alla testa, dopo il lancio) e Pesaro, dopo aver sfiorato il td con Stocchi, in perfetta solitudine, su assist di Williams riduce le distanze con un fg di Clizia.
Al riposo, nulla fa supporre che la partita si riapra. Sono invece le segnalazioni della crew ed un td di Stocchi, su lancio di Williams, a riportare in bilico le sorti del match (14-11). Nell'ultimo quarto, la difesa biancazzurra tiene con caparbietà; Fontana e Tugnoli diventano protagonisti, in due azioni di fondamentale importanza, (un punt da professionista ed una ricezione preziosa) ed il gioco, per gli Effer è fatto!
Diego Costa
BOLOGNA: tre anni scarsi di campionati Aifa, un'esclusione di "un pelo" dai playoff e due presenze al Superbowi. E' il bilancio telegrafico della storia degli Alfheim Warriors, da sempre abbinati alla Effer Castelmaggiore.
A qualcuno dei "ragazzi dei Giardini Margherita", i pionieri che fondarono nel 1980 tra mille difficoltà la squadra, probabilmente non sembrerà vero di trovarsi a questo livello: secondo anno consecutivo in finale, mass-media scatenati alle loro calcagna e un pubblico che per gli appuntamenti importanti non scende mai sotto le 6-7000 unità.
Difficile cercare le ragioni di un successo così travolgente; tecnicamente si potrebbe parlare della costanza e della validità dei due coach americani, o della volontà di voler partecipare a tutti i costi ai tornei basi Nato anche quando tutto e tutti avrebbero consigliato di lasciar perdere.
Brevemente la storia agonistica dei Warriors dalla loro stagione di esordio ad oggi.
Si parte col campionato '82, prima partita in casa con i Grizzlies Roma e sconfitta per 13-12 tra mille polemiche perla conduzione arbitrale; è solo la prima partita ma è quella che alla fine deciderà il campionato dei Warriors, relegati ai terzo posto nel girone proprio alle spalle dei ragazzi di Nicola Pietrangeli.
La stagione '82 è comunque avara di soddisfazioni per i Warriors che riescono a mettere in serissime difficoltà i Rhinos, fino ad allora signori incontrastati del campionato e a far fuori tutte le altre squadre.
In settembre torneo basi Nato, batoste in serie sia dagli americani che dalle altre squadre italiane partecipanti, ma tanta esperienza accumulata per le partite a venire. Èinfatti nell'83 la vera esplosione dei Warriors: partiti male (pareggio in casa con gli Angels Pesaro e sconfitta a Roma contro i soliti Grizzlies) i "Guerrieri" vengono fuori alla distanza, "macinano" tutti o quasi nella seconda parte della "regular season" e strappano la seconda piazza del loro durissimo girone. Il verso exploit però lo si vede nei playoff, dove i Warriors superano nell'ordine i Frogs a Busto Arsizio ed i Rams a Bologna con punteggi che non la-sciano spazio alle giustificazioni: 28-6 e 27-6!
Poi il Superbowl a Genova e l'incredibile sconfitta a 56 secondi dalla fine con i Rhinos, dopo essere stati in vantaggio per 14-0.
Ma Genova, anziché segnare la fine del fenomeno Warriors, è stata semplicemente una tappa. In settembre di nuovo torneo Basi Nato (ancora più delusioni che gioie da una manifestazione che però ormai non ha più molto da dire) e poi il campionato '84, storia di poco più di quattro mesi fa. I biancoblu sono un vero rullo compressore nel girone d'andata, ma si lasciano un po' andare in quello di ritorno, rimediando due pareggi (a Parma in casa coi Grizzlies) e rischiando grosso in un paio d'altre occasioni, come ad esempio nel secondo derby coi Doves.
Nei playoff giocati sul terreno amico del Lunetta Gamberini sono venute vittorie abbastanza limpide anche se parecchio sudate con Seamen ed Angels.
Enrico Schiavina
Momento magico del football Usa
Con la promozione di Effer Warriors e Stiassi Doves alle semifinali del campionato Aifa 1984. il momento magico dello sport bolognese si impreziosisce, arrichendosi di due nuove gemme. I Warriors hanno disposto con autorità dei Seamen Milano; i Doves in quel di Ferrara, hanno avuto ragione delle Aquile al termine di una partita senza esclusioni di colpi.
Effer Warriors - Seamen 14 - 3. Finalmente i veri Warriors! I ragazzi di Greiger e Volpini riscoprono antichi ardori, il loro proverbiale gioco d'attacco e fermano sul nascere, con la naturalezza di una indiscutibile superiorità, ogni tentativo avversario di reazione. Due brividi, solo all'avvio: l'infortunio di Inzinna (una botta alla schiena che ha provocato una sciatica traumatica e il conseguente immediato abbandono dell'americano) e il field goal di Corso, che centra i pali dalle 25 yds, dando ai milanesi un effimero vantaggio.
E' Longhi a ridimensionare i sogni ospiti con una sweep prepotente, viziata tuttavia da una eccessiva sicurezza.
Il "sergente" tuttavia ha un appuntamento con il td e lo rispetta pochi istaNti dopo, dando a Fantazzini la gioia della conversione: 8 a 3. Secondo quarto: i Seamen non riescono a correre come vorrebbero, provano a guadagnare terreno sui lanci, ma mandano a nozze l'intera batteria dei cornerbacks bolognesi.
Allora provano a metterla sulla bagarre. Si fa male Villa, ma i guerrieri vincono qui la partita. Non si fanno infatti irretire dagli show poco edificanti di alcuni avversari (primissimo protagonista il receiver Giovetti, n.87). Petroni, in buona serata a dispetto dello scout finale (3 su 18), pesca Pedrini in end- zone per il 14 a 3.
E' il td della sicurezza: Nella ripresa alla magistrale prova delle linee bolognesi, si aggiungono un grandissimo punter, Fontana, un Pasini in pieno "stile Hayes" (3 intercetti) che trascina Camillo Cornia e Samoggia in una prestazione monstre del backfield. Infine, in attacco, Mandreoli sembra Dickerson (senza occhiali) con le sue 96 yds. in 14 portate.
Sulle ali dei risultati di sabato qualcuno sogna già un Superbowl tutto bolognese. Rimini, il 7 di luglio, potrebbe celebrare un derby di altissimo livello tra Warriors e Doves. Il compito in semifinale, sulla carta, sembra molto più difficile per gli Stiassi, impegnati a Busto contro i quotati Frogs.
DIEGO COSTA
Calcio americano, bolognesi favoriti nella finale
Diego Costa
Quattromila biglietti polverizzati in prevendita nella nostra città, e una lunga carovana di tifosi in marcia verso lo stadio "Romeo Neri" di Rimini, ove stasera gli Effer Warriors giocano per il secondo anno consecutivo il "Superbowl", la finale per il titolo italiano. Il football americano è diventato grande.
Alla Lunetta Gamberini (ove i "Guerrieri" e l'altra squadra bolognese, gli Stiassi Doves, giocano gli incontri casalinghi) l'affluenza di pubblico somiglia sempre più spesso a quella del basket al palasport. Per la finalissima milanese di pallacanestro tra Simac e Granarolo si mossero da Bologna circa duemila tifosi (i biglietti disponibili, d'altra parte, non erano di più). Il football americano è riuscito a far meglio, e anche in questa circostanza tutto ciò che era a disposizione dei tifosi degli Effer Warriors è stato venduto.
Sono bastati due anni a far decollare questo sport d'importazione, di cui Bologna e una specie di piccola capi-tale. Il bilancio è sorprendente sia sotto il profilo tecnico, sia sotto quello della popolarità. Lo scorso anno, per la finalissima di Genova tra Warriors Bologna e Rhinos Milano, furono 1500 i tifosi che lasciarono la nostra città per seguire la squadra del cuore. Quest'anno l'esodo verso Rimini è più che doppio. Sono diminuiti i pullman organizzati dal sodalizio biancazzurro (da Otto a tre) ma la prevendita ha bruciato ogni record. E qualcuno ha rinunciato alla trasferta per le difficoltà di trovare un biglietto.
Dell'impetuosa crescita del football americano si è accorto anche il gruppo democristiano in Consiglio comu-nale, che ha chiesto al sindaco (con un' interpellanza firmata dai consiglieri Gregori, Pasquale, Lorenzini e Catena) un ampliamento della capienza dell'impianto della Lunetta Gamberini, oppure, se questo non fosse possi-bile, un nuovo impianto.
Per il complesso sportivo della Lunetta Gamberini, ricorda la Dc, il Comune ha previsto la spesa di 1 miliardo 350 milioni destinati ad una palestra polivalente e un Centro giovani, ma non è stato invece preventivato alcun investimento per potenziare lo stadio del football americano, che molto frequentemente ormai registra il "tutto esaurito".
Tutto è pronto ormai a Rimini per ospitare il quarto Superbowl di football americano, la finalissima che vede di fronte Effer Warriors e Frogs Busto Arsizio. L'organizzazione della Promosport (Alfonso Velez, Giovanna Baldazzi e Filippo Raspanti sono stati sotto pressione per tutta la settimana) ha previsto tutto. Spettacolo a contorno (con "cheerleaders" professionistiche ed esibizione di paracadutismo), cerimonie del dopo - partita (il "Paradiso", noto locale riminese ospiterà i reduci dalle fatiche della finalissima in un party gratuito), collegamenti radio (perché, grazie a Rete Centrale Bologna il Superbowl sarà trasmesso in dieci regioni italiane grazie al ponte-radio con otto emittenti private).
Il resto lo faranno "guerrieri" e "rane" sul campo. E, state certi, con due squadre di tale nome, lo spettacolo è assicurato. Il pubblico ha finora risposto alle attese: circa diecimila i biglietti venduti in prevendita, sono ancora disponibili altrettanti posti del " Romeo Neri". Ci si attende il pienone e, oltre ai clan del football made in Italy, tanti occasionali sportivi pronti a scoprire i lati più spettacolari di questa disciplina.
Il pronostico è incerto: il Superbowl è una gara a sé stante. Spesso i valori tecnici possono essere sovvertiti da una casualità che diventa cruciale. E poi c'è l 'agonismo che non sfocia in violenza (perché la violenza, nel foootball penalizza tutta la squadra e danneggia il risultato finale). Abbiamo provato a giocare un Effer Warriors - Frogs in anticipo, avvalendosi più delle statistiche della stagione regolare che dei precedenti (una vittoria a testa, anche se i guerrieri si sono imposti nella gara più importante, quel quarto di finale in terra lombarda che i bolognesi vinsero per 28 a 6).
Le cifre dicono favoriti gli Effer. Vediamo perché: il confronto tra le squadre di difesa dice che i Warriors hanno permesso agli avversari di avanzare per 496 yards in 388 tentativi e in 10 gare, con una media di 1,5 yards per tentativo. I Frogs hanno altresì lasciato 1122 yards di guadagno all'attacco degli avversari in 419 tentativi e altrettante gare (media 2,8 yards per giocata); anche le penalità parlano dialetto bolognese: i Frogs sono stati "più cattivi" con 1208 yds di penalità subite contro le 905 dei guerrieri, Warriors hanno subito il minor numero di punti del campionato (33) mentre i Frogs sono terzi a quota 37.
E veniamo agli attacchi: i primi downs ottenuti: Warriors 161 (100 su corse, 38 su lancio e 23 su penalità) i Frogs 152 (67 su corsa, 73 su passaggio, 12 su penalità). I fumbles: i Warriors ne hanno commessi 22 perdendone 11(50%); i Frogs 16 e non sono riusciti a ricoprirne 12 (75%). I totali delle squadre di attacco dimostrano l'equilibrio dei Frogs (2590 yds, suddivise in 1603 a beneficio dei mediani e 987 a vantaggio dei ricevitori: media 5,7), mentre la potenza dei bolognesi è riconosciuta dalla graduatoria di punti segnati (Warriors primi con 334, Frogs settimi con 241).
E' chiaro che il parallelo deve essere accettato con beneficio di inventano, visto che le due squadre hanno disputato due gironi diversi. Ma la facilità con cui i guerrieri si sono sbarazzati dei Seamen Milano, che avevano fatto soffrire i Frogs, nel girone nord, può indicare un certo equilibrio di valori tra i due raggruppamenti.
Diego Costa
Effer Warriors a Rimini come a Genova
Stasera a Rimini la finalissima: bolognesi favoriti
Tutto è pronto ormai a Rimini per ospitare il quarto Superbowl di football americano, la finalissima che vede di fronte Effer Warriors e Frogs Busto Arsizio. L'organizzazione della Promosport (Alfonso Velez, Giovanna Baldazzi e Filippo Raspanti sono stati sotto pressione per tutta la settimana) ha previsto tutto. Spettacolo a contorno (con "cheerleaders" professionistiche ed esibizione di paracadutismo), cerimonie del dopo - partita (il "Paradiso", noto locale riminese ospiterà i reduci dalle fatiche della finalissima in un party gratuito), collegamenti radio (perché, grazie a Rete Centrale Bologna il Superbowl sarà trasmesso in dieci regioni italiane grazie al ponte-radio con otto emittenti private).
Il resto lo faranno "guerrieri" e "rane" sul campo. E, state certi, con due squadre di tale nome, lo spettacolo è assicurato. Il pubblico ha finora risposto alle attese: circa diecimila i biglietti venduti in prevendita, sono ancora disponibili altrettanti posti del " Romeo Neri". Ci si attende il pienone e, oltre ai clan del football made in Italy, tanti occasionali sportivi pronti a scoprire i lati più spettacolari di questa disciplina.
Il pronostico è incerto: il Superbowl è una gara a sé stante. Spesso i valori tecnici possono essere sovvertiti da una casualità che diventa cruciale. E poi c'è l 'agonismo che non sfocia in violenza (perché la violenza, nel foootball penalizza tutta la squadra e danneggia il risultato finale). Abbiamo provato a giocare un Effer Warriors - Frogs in anticipo, avvalendosi più delle statistiche della stagione regolare che dei precedenti (una vittoria a testa, anche se i guerrieri si sono imposti nella gara più importante, quel quarto di finale in terra lombarda che i bolognesi vinsero per 28 a 6).
Le cifre dicono favoriti gli Effer. Vediamo perché: il confronto tra le squadre di difesa dice che i Warriors hanno permesso agli avversari di avanzare per 496 yards in 388 tentativi e in 10 gare, con una media di 1,5 yards per tentativo. I Frogs hanno altresì lasciato 1122 yards di guadagno all'attacco degli avversari in 419 tentativi e altrettante gare (media 2,8 yards per giocata); anche le penalità parlano dialetto bolognese: i Frogs sono stati "più cattivi" con 1208 yds di penalità subite contro le 905 dei guerrieri, Warriors hanno subito il minor numero di punti del campionato (33) mentre i Frogs sono terzi a quota 37.
E veniamo agli attacchi: i primi downs ottenuti: Warriors 161 (100 su corse, 38 su lancio e 23 su penalità) i Frogs 152 (67 su corsa, 73 su passaggio, 12 su penalità). I fumbles: i Warriors ne hanno commessi 22 perdendone 11(50%); i Frogs 16 e non sono riusciti a ricoprirne 12 (75%). I totali delle squadre di attacco dimostrano l'equilibrio dei Frogs (2590 yds, suddivise in 1603 a beneficio dei mediani e 987 a vantaggio dei ricevitori: media 5,7), mentre la potenza dei bolognesi è riconosciuta dalla graduatoria di punti segnati (Warriors primi con 334, Frogs settimi con 241).
E' chiaro che il parallelo deve essere accettato con beneficio di inventano, visto che le due squadre hanno disputato due gironi diversi. Ma la facilità con cui i guerrieri si sono sbarazzati dei Seamen Milano, che avevano fatto soffrire i Frogs, nel girone nord, può indicare un certo equilibrio di valori tra i due raggruppamenti.
Diego Costa
Football, la delusione del Superbowl
RIMINI - Superbowl 1983: a quaranta secondi dalla fine un lancio incredibile di Lino Benezzoli priva i Warriors Bologna di un meritatissimo titolo italiano. 20 a 14 è il finale di una partita stregata per i biancoblù. Il fantasma del quarterback dei Rhinos, grande assente di questa stagione di football americano appena terminata, è aleggiato nell'aria riminese durante i primi cinque minuti di gioco di Effer Warriors -Busto Frogs, finale del campionato 1984: trecento secondi di terrore e sbigottimento per i giocatori bolognesi in campo e per le migliaia di tifosi giunti dal capoluogo per festeggiare il primo titolo italiano dei " guerrieri", ancora una volta rimandato.
Due "grandi giochi" dei lombardi, uno per le sapienti mani del receiver Moore, incontenibile per il backfield felsineo, l'altro che ha esaltato, in una corsa vincente di 70 yds, quel grande atleta che risponde al nome di Mazzucchelli, hanno reso subito arduo il compito dei Warriors, disarmati di fronte al veemente esordio avversario. Solo nell'ultimo quarto è affiorata, a tratti, la voglia di vincere dei bolognesi, quella sete di rivincita, legata alla finale dell'anno passato, alla quale si era fatto ricorso nella presentazione di una partita che sembrava dovesse culminare con un legittimo scudetto a Bologna.
Ma i "guerrieri" visti sabato sera allo stadio 'Romeo Neri' non erano loro. Perché? L'orgoglio è venuto a mancare, la squadra ha psicologicamente risentito dei problemi patiti alla vigilia, messi a nudo dall'inesorabile e puntuale meccanismo bellico delle 'rane'.
Il backfield bolognese ha dovuto sopportare il peso di un Camillo Cornia, eroe di tante battaglie, in grave difficoltà causa di un ginocchio fuori uso. I Frogs hanno imperversato su quel lato, dove Moore scorrazzava a suo piacimento e dove Mazzucchelli ha trovato la sua corsa-capolavoro. Lo special team bolognese non ha funzionato: né in occasione dei ritorni avversari (un clipping, placcaggio ad un uomo senza palla, ha annullato la straordinaria performance iniziale di Mailory, in td dopo 63 yds) né sui propri contrattacchi (decisivi, purtroppo, due errori di valutazione di Rossetti e Mingarelli, quando la gara sembrava riaprirsi).
E poi ci si è messa anche la sfortuna: Nanni, un pilastro della linea di attacco, è uscito zoppicante dopo pochi minuti; Mandreoli è stato premeditatamente fatto fuori da un linebacker avversario (Liguori) che lo ha colpito ad un fianco con il casco, a gioco fermo, ed è stato espulso. Ha insomma vinto, come aveva profetizzato Angona, il coach bustocco, alla presentazione alla stampa del match, la squadra che ha sbagliato meno (punteggio finale 16 a 6).
I Frogs hanno avuto il merito di "muovere la palla", di costringere la difesa bolognese a guadagnarsi i placcaggi, di giocare con maggiore freddezza, magistralmente diretti da Gallivanone, eletto dai giornalisti presenti miglior giocatore del Superbowl (e premiato con il relativo trofeo di "SuperfootbalI", mensile specializzato).
E' questo il verdetto incancellabile maturato sul campo: anche le critiche e le recriminazioni hanno ora un valore irrisorio in uno sport che, nel breve volgere di pochi secondi, decide un'intera stagione.
Diego Costa
Nato ad Englewood (New Jersey - USA) il 30 marzo 1961, sotto il segno dell'ariete. Alto metri 1.81 per 83 chili ha giocato con la maglia dei Warriors Bologna due Superbowi consecutivi, nelle stagioni 1983 e 1984, perdendoli entrambi prima ad opera dei Rhinos Milano e poi contro i Busto Frogs. Il suo esordio in serie A porta la data del 20 marzo 1982, a Bologna, Grizzlies Roma-Warriors Bologna 13-12. In quella stessa stagione realizzò, su dieci incontri disputati, tre touch down e una trasformazione, risultato il "top scorer" della squadra e precedendo in graduatoria i compagni Giorgio Longhi e Paolo Parlangeli. Le sue statistiche personali parlano poi di 10 touch down e tre trasformazioni realizzati l'anno successivo, con 660 yards conquistate su 105 corse per una media di 6,3 yards a corsa, prestazioni che gli assegneranno il quarto posto assoluto in campionato sia nella classifica dei runners sia in quella delle corse. Nel 1984 infine i touch down sono stati 5 con 2 trasformazioni all'attivo, 500 yards conquistate su 88 azioni di corsa, prestazione che lo piazza al primo posto nella classifica runners dei vicecampioni d'Italia e all'undicesimo assoluto per quanto riguarda il torneo. L'anno prossimo vestirà per la quarta stagione consecutiva la maglia dei Warriors Bologna. Atleta carismatico, in possesso di eccezionali doti naturali, "l'espresso del New Jersey" così è soprannominato, può considerarsi a tutti gli effetti tra i più grandi del nostro campionato. Un americano che in fatto di mete la sa lunga davvero.